Una reazione immediata all'isolamento imposto dal lockdown è da rinvenire nei tanti appuntamenti virtuali che hanno consentito di condividere interessi, paure, speranze. Appuntamenti fissi, quasi terapeutici, per sentirsi uniti e meno soli, a cui hanno aderito in tanti e in cui spesso la musica ha avuto un ruolo determinante.
Ma la musica accompagna da sempre le nostre vite, e alla musica si legano, indissolubilmente, i momenti più belli e meno belli.
In questa pandemia anche la musica, soprattutto il lavoro che le ruota intorno, è stata fortemente penalizzata, e un’ulteriore grande perdita l’ha subita con la scomparsa del Maestro Ezio Bosso, pianista, compositore, direttore d’orchestra e uomo di travolgente umanità. Appassionato di storia della musica, ne ha scritto una pagina importante che non avrà tempo, come non hanno tempo Stanislao Giacomantonio a cui è intitolato il Conservatorio di Cosenza, Alfonso Rendano, a cui è intitolato il Teatro, e i tanti musicisti e musicanti, trombe e tamburini, organari e chitarrai, rinvenuti negli atti dello Stato Civile e delle Liste di leva dell’Archivio di Stato di Cosenza, con cui il Maestro Bosso condivideva la passione. (Guarda il video I mestieri della musica).
Andando oltre lo Stato Civile e le Liste di leva, le carte continuano a “cantare” in molti fondi archivistici con documenti che testimoniano una Cosenza viva e sensibile al fascino della musica e aprono una finestra su figure poco note o del tutto sconosciute di artigiani e artisti, mecenati, laici o ecclesiastici che con passione, talento e prestigio hanno dato il loro contributo alla tradizione musicale della città.
Lasciamo cantare le carte, cantano la nostra storia
Archivio di Stato di Cosenza
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